Quando il Garda era di pirati...
(Credits: www.lagodigarda.it & Massimo Zuccotti )
E’ una pagina nascosta della storia lacustre, giustificata dal fatto che non si trattò di realtà ma di finzione cinematografica: il basso Garda fu infatti utilizzato come location per “girare” alcuni film in tema piratesco!
Siamo all’inizio degli anni ‘60, il turismo non era ancora un fenomeno di massa, mentre la cinematografia italiana viveva di uno slancio positivo. Fu in questo contesto che alcuni imprenditori cinematografici scelsero il lago di Garda quale ambientazione per realizzare film su tematiche marinaresche. La tradizione era a nostro favore: nel 1862 il territorio veronese era stato terra natìa per Emilio Salgari, scrittore famoso per le sue narrazioni in tema di pirati e corsari. Indimenticabile la saga di Sandokan, resa popolare dallo sceneggiato televisivo della Rai che a metà degli anni ‘70 tenne incollata l’Italia al piccolo schermo, ravvivato dalle gesta di Kabir Bedi e Philippe Leroy, al secolo “Yanez”.
Sul Garda anni ‘60, in pieno boom economico, furono alcuni coraggiosi produttori cinematografici, fra i quali la “Bertolazzi Film”, ad avviare una saga piratesca. A tale scopo, la cittadina di Peschiera divenne una piccola Cinecittà del Nord, con tanto di capannoni, villaggi e fini vascelli. Utilizzando vecchi barconi da pesca, vennero realizzati mastodontici vascelli in grado di navigare e combattere tra di loro. Alcuni rioni del paese vennero trasformati in villaggi sudamericani con coinvolgenti scenografie: l’attuale zona del Fiorellino fu chiamato Villaggio Maracaibo, mentre la zona di Pacengo assunse una connotazione dal calibro corsaro.
Fra le curiosità da ricordare: in occasione della tracimazione del Garda, risalente all’anno 1962, il villaggio piratesco laciziense fu completamente invaso dall’acqua e reso inutilizzabile per molti giorni.
Massimo Zuccotti